domenica 16 settembre 2012

Pietà



(Pietà, Kim Ki Duk, Corea del Sud, 2012)


Quando vedo un film asiatico d'autore sono sempre un po' disorientato. Da un lato, è evidente che sia qualcosa di diverso, e spesse volte di nuovo. Dall'altro gli stilemi sono così diversi che certe scene vacillano tra il tragico ed il comico, e diventano stranamente grottesche (complice anche il doppiaggio che spesso fatica ad entrare nei ritmi del lontano oriente). Tutto questo pippotto per dire che ieri sera ho visto "Pietà" di Kim Ki Duk e non mi è dispiaciuto, anche se sembra quasi un sequel alla "trilogia della vendetta" di Chan-wook Park (altro coreano).

Il protagonista è uno "spaccadita" di periferia che, per conto degli strozzini, si occupa rendere disabili i debitori insolventi per poter riscuotere il premio dell'assicurazione - rovinando la vita di un bel po' di persone spesso sotto gli occhi dei loro familiari. Finchè un giorno non entra nella sua vita una misteriosa donna che afferma di essere la madre che lo abbandonò alla nascita.

La "Pietà" c'entra, ma come ho già detto è principalmente un film sulla vendetta. Sullo stesso tema, i film di Park, specie Oldboy, mi sembrano più incisivi. In ogni caso, Leone d'Oro a Venezia ques'anno.

(Trailer italiano - da cui si capisce poco del film a dire il vero)  


lunedì 8 novembre 2010

Animal Kingdom

Animal Kingdom (David Michod, Australia, 2010)

La morte della madre costringe il giovane J a rimettersi in contatto con il resto della sua famiglia, che non incontrava da anni. Ben presto viene coinvolto nei traffici criminali degli zii, spacciatori di droga, e in un feroce confronto contro la polizia.

E'un bel film, che riesce a distinguersi dai canoni dei film "di famiglie criminali" (che ormai sono quasi un sottogenere vero e proprio) per l'estrema crudezza dei rapporti fra i personaggi. Ed è anche ben realizzato:lo stile asciutto ed essenziale è davvero pregevole. Forse gli manca solo qualche dialogo di livello per farne un capolavoro assoluto, ma del resto il taglio è realistico e non è che ti puoi aspettare chissà quali discorsi memorabili da uno spacciatore di periferia. Soprattutto se non si tratta di un film di Hollywood.

Non si vedono spesso film australiani di questo livello. Premio della giuria al Sundance 2010. Non ho visto gli altri film in concorso, ma è improbabile che ce ne siano stati di molto più belli.

lunedì 1 novembre 2010

Essi Vivono!

Essi Vivono! (They Live, John Carpenter,USA,1988)
John Carpenter è un mito - su questo non ammetto discussioni. Certo, non si può dire che i suoi film siano fra i migliori mai fatti, ma sono divertenti e, presi con la giusta ironia, dei piccoli capolavori di genere. Grosso Guaio a Chinatown. il remake de "La Cosa" (forse il più "serio" dei suoi film), Fuga da New York, Halloween, The Fog... film tamarri e fatti bene.
Essi Vivono è uno dei film meno famosi e meno visti, almeno in Italia, ma è anche uno dei suoi film più strani, buffi e, in un certo senso, "impegnati" (per quanto impegnato possa essere un film di Carpenter).
La storia è quella di un manovale disoccupato, John "Nada" interpretato da Roddy Piper (sì proprio "Rowdy" Roddy Piper il wrestler!!!) che si aggira alla ricerca di lavoro per la periferia di una grande città americana. Ben presto scopre che, fra i derelitti al margine della società, si sta organizzando un movimento di resistenza contro la borghesia, in realtà costituita da orribili e scheletrici alieni. Gli alieni ci controllano con TV, beni di consumo, pubblicità e tutti i miti della società consumistica, mantenendoci in uno stato di apparente benessere...ma essi vivono, e noi dormiamo. Fortunatamente, indossando degli speciali occhiali da sole, è possibile individuare questi alieni e, forse, distuggerli.
Ho già detto che è un film tamarro? Credo di sì. Gli effetti speciali sono al livello della serie originale dei Visitors, le battute sono "over the top" e in generale tutto urla pop-corn e minchioneria.Quindi è un film assolutamente da vedere se vi piace il genere - se non altro per alcune scene davvero esilaranti e famose come quella della banca ("I have come here to chew bubble gum and kick ass. And I'm all out of bubble gum" - battuta resa celebre nel mondo dei videogame da Duke Nukem).

sabato 16 ottobre 2010

L'Uomo Che Verrà

L'Uomo che Verrà (Giorgio Diritti, Italia, 2009)
Stasera, parlando con gli amici, ci si domandava quali fossero stati i migliori film della passata stagione. L'Uomo Che Verrà è stato uno dei primi titoli a venirci in mente.
Il film è ambientato in un casolare dell'Appennino Tosco-Emiliano, nell'inverno tra il 1943 e il 44.
La dura quotidianità della vita contadina si intreccia con le vicende belliche, che culminano nei rastrellamenti della strage di Marzabotto. Il tutto visto dagli occhi di una bambina che ha smesso di parlare dalla morte di un suo fratellino e che dovrà prendersi cura dell'ultimo nato del casolare.
Questo film mi è piaciuto davvero molto. Una delle migliori produzioni italiane degli ultimi anni - anzi, probabilmente la migliore.

mercoledì 15 settembre 2010

Lasciami Entrare

Låt den rätte komma in / Let the right come in (John Ajvide Lindqvist, Norvegia, 2008)

Strano film, questo. Se ne è parlato molto, perchè, nonostante la scarsa diffusione, è diventato un piccolo fenomeno di culto anche in paesi anglofoni (e nonostante il fatto che il doppiaggio in inglese sia pessimo). Hollywood ne sta realizzando un proprio remake, la cui campagna di marketing è iniziata in questi giorni.

Ambientato in una diafana periferia di una città scandinava, la storia è quella dell'amicizia fra Oscar, un dodicenne solitario, debole e vessato dai bulli, ed Ellie, una strana ragazzina appena arrivata nel quartiere - che si rivelerà essere un vampiro.

Le premesse per una melensa storiella affettivo-gotico-disneyana ci sarebbero tutte, ma fortunatamente il film ha tutt'altro stampo. L'ambiguità morale dei ragazzini è resa in maniera eccezionale ed è probabilmente uno maggiori meriti del film, insieme ad alcune scene veramente ben riuscite (come quella della piscina).

Non parlerei di capolavoro, come altri hanno fatto, ma è un film più che discreto e, come film di vampiri, è ben distante dai canoni delle produzioni Hollywoodiane recenti. Il che vorrebbe essere un complimento.
Sono pronto a scommettere che il remake made in USA non sarà altrettanto bello.

mercoledì 14 luglio 2010

Il Segreto dei Suoi Occhi

El segreto de sus ojos (Juan Jose Campanella, Argentina/Spagna,2009)

Nel piattume della programmazione estiva ecco un bel film.

Un impiegato di un ufficio giudiziaro in pensione decide di scrivere un libro su un caso di stupro ed omicidio, archiviato venticinque anni prima, ma che lui non riesce a dimenticare. Nello scrivere il libro riaffiorano i ricordi del colpevole impunito e di un amore mai confessato...ma non vi racconto altro perchè l'intreccio è complicato e rischierei lo spoiler.

Comunque è davvero un buon film. Non è esente da pecche (per dirne una forse è un po' lungo) ma ci sono sequenze memorabili. Alcune addirittura strepitose (come il piano-sequenza dello stadio). Per certi versi mi ha anche ricordato anche pellicole "esotiche" come quelle della Trilogia della Vendetta di Park Chan-wook, anche se questo è un film tipicamente occidentale.

A vederlo, al Sivori, ci saranno state cinque-sei persone al massimo. Sala vuota in attesa dei cinecocomeri. Un vero peccato perchè è un film che merita.

venerdì 1 gennaio 2010

La Sposa in Nero

La mariée était en noir (F.Truffaut,1968)

Truffaut non mi ha mai entusiasmato. Lo so, lo so, un buon cinefilo dovrebbe adorare Truffaut e la Nouvelle Vague. Non so che dire: forse non riesco a contestualizzarlo, o ad apprezzarne appieno le capacità tecniche. Sta di fatto che tutti i film che ho visto mi sono piaciuti (con l'eccezione di Jules e Jim) ma nessuno mi ha dato quel senso di appagamento che, per me, contraddistingue i capolavori assoluti.
La trama del "La Sposa in Nero" è semplice. Dopo un tentativo di suicidio una donna parte per un viaggio misterioso. Si scopre presto che lo scopo del viaggio è quello di uccidere, uno per uno, i responsabili della morte del marito - avvenuta proprio il giorno delle nozze.
Il film gode di una certa popolarità per due motivi. Quello più serio è che questo film nacque come "omaggio" del regista francese ad Alfred Hitchcock all'indomani della celebre intervista. Il motivo più faceto è che questa pellicola è spesso citata come "il film a cui Tarantino si è ispirato per Kill Bill" - il che mi sembra vero solo in minima parte e solo a grandi linee.
Comunque è un buon film. Vale la pena vederlo - se non altro per numerose sequenze che presentano un montaggio magistrale e che troverete citate come esempi in molti manuali di tecnica cinematografica.