lunedì 8 dicembre 2008

Andrei Arsenyevich Tarkovsky,la fantascienza del Soviet e numerose facciate sul divano.

L'indimenticato Maestro Sovietico Andrei Ansenyevich Tarkovsky, a cui debbo diverse sonore dormite sul divano :-)

Qualche settimana fa, durante una cine-conversazione ad una festa, sono stato messo di fronte ad una pesante lacuna nella mia preparazione: Andrei Tarkovsky. Il nome è di quelli pesanti. Nel senso che, quando si parla di fantascienza, se non hai visto "Solaris" di Tarkovsky vieni immediatamente retrocesso al rango degli spettatori abituali di Natale a Rio, Amici di Maria de Filippi e La Talpa - che, nelle suddette conversazioni, sono valutati alla stregua dei cercopitechi.

Di qui si deduce una regola d'oro dello pseudo-cinefilo da party: se si parla di grandi registi o classici indiscussi MAI ammettere candidamente "non l'ho visto". Si perde ogni credibilità. Allo scopo di mantenere la vostra autorità in materia, dovrete preventivamente usare una delle seguenti frasi:

1) "L'ho visto a pezzi in TV" - con la variante rafforzativa "l'ho visto a pezzi a Fuori Orario di Enrico Ghezzi"

2) "L'ho visto anni fa ad una rassegna...ma non mi aveva entusiasmato" (e far seguire espressioni dubbiose e un pochino schifate fino a che la convesazione scivola su un altro film - calcolate un 3-4 minuti al massimo)

3) "L'ho visto certamente ma forse lo confondo con ... - aggiungete qui il primo film astruso che vi viene in mente, più astruso è meglio è. Il meglio del meglio sono film di nazioni difficili da trovare sul mappamondo e di cui neanche esiste una traduzione italiana.

Ovvio che è buona regola sopperire alle lacune più gravi non appena possibile. Nel mio caso, grazie a prodigi del p2p, si è trattato di affrontare i due irrinunciabili capolavori fantascientifici del maestro sovietico, ovvero Solaris e Stalker. Sapevo che sarebbe stata dura.
Una Locandina russa di Solaris che la dice lunga...

Solaris è un film del 1972, tratto da un racconto di Lem, che narra di una stazione spaziale in orbita su quello che sembra essere uno sterminato ammasso di "plasma pensante". Questa intelligenza aliena analizza il subconscio dei tre abitanti della stazione e sulla base di questo materializza i "visitatori", esseri fisici che interagiscono con gli umani. Il protagonista, uno psicologo appena inviato sulla stazione, si troverà quindi faccia a faccia con una replica della moglie morta anni prima. Lui sa che è una copia aliena, sa che è anche un essere vivente identico alla donna amata etc.etc. ...beh,avete capito: una serie di pippotti filosofico-psicologici in russo sottotitolato in inglese. Mi ha mandato al tappeto (leggasi mi sono addormentato sul divano) tre volte prima di vederne la fine. Non è un brutto film, anzi. Per esempio, i rapporti fra i vari abitanti della stazione sono molto interessanti. Ma è lento. Sottotitolato, poi, è mortale.
Ne esiste anche una remake Hollywoodiano con Clooney, che non ho visto e che mi dicono mantenga intatta la potenza soporifera.

Copertina del DVD in inglese di Stalker (da noi non esiste)


Stalker, invece, fu ultimo film "sovietico" del regista. Realizzato nel 1979 e tratto dal racconto Roadside Picnic dei fratelli Strugratsky, segue il viaggio di uno scrittore e di uno scienziato, accompagnati da uno Stalker, all'interno della misteriosa Zona - un'area disabitata da anni e sede di invisibili e terribili pericoli. Nessuno può entrare nella Zona. L'esercito ne presidia gli accessi. Nessuno nemmeno sa cosa ci sia veramente nella Zona. Si dice che vi sia caduto un meteorite, o che vi siano sbarcati gli alieni. Si dice che, nella Zona, basti un passo nella direzione sbagliata e si muoia. Si dice però che vi sia anche La Stanza, un luogo in cui i propri desideri vengono realizzati. Per questo motivo sono in molti a volere entrare nella Zona, e per farlo hanno bisogno di essere accompagnati da uno Stalker, misteriose guide in grado di decifrare gli invisbili percorsi che consentono l'accesso alla Stanza.
Sotto molti aspetti è un film geniale. Per dirne una, io ci ho visto una efficace metafora del ruolo mistificatorio della religione (lo Stalker come il prete, che tiene sotto controllo artista e scienziato minacciando pericoli e vincoli invisibili, e forse inesistenti). Però pure questo mi ha mandato orizzontale per un paio di volte.

Concludendo: due film sicuramente interessanti, che vale la pena vedere se siete degli appassionati, ma che sono lenti e "spessi". Se non siete degli appassionati del genere, sconsiglierei rispettosamente la visione. Quanto avete appena letto, un paio di minuti su imdb e una delle frasi riportate sopra saranno sufficienti a sostenere le conversazioni durante le feste.