domenica 16 settembre 2012

Pietà



(Pietà, Kim Ki Duk, Corea del Sud, 2012)


Quando vedo un film asiatico d'autore sono sempre un po' disorientato. Da un lato, è evidente che sia qualcosa di diverso, e spesse volte di nuovo. Dall'altro gli stilemi sono così diversi che certe scene vacillano tra il tragico ed il comico, e diventano stranamente grottesche (complice anche il doppiaggio che spesso fatica ad entrare nei ritmi del lontano oriente). Tutto questo pippotto per dire che ieri sera ho visto "Pietà" di Kim Ki Duk e non mi è dispiaciuto, anche se sembra quasi un sequel alla "trilogia della vendetta" di Chan-wook Park (altro coreano).

Il protagonista è uno "spaccadita" di periferia che, per conto degli strozzini, si occupa rendere disabili i debitori insolventi per poter riscuotere il premio dell'assicurazione - rovinando la vita di un bel po' di persone spesso sotto gli occhi dei loro familiari. Finchè un giorno non entra nella sua vita una misteriosa donna che afferma di essere la madre che lo abbandonò alla nascita.

La "Pietà" c'entra, ma come ho già detto è principalmente un film sulla vendetta. Sullo stesso tema, i film di Park, specie Oldboy, mi sembrano più incisivi. In ogni caso, Leone d'Oro a Venezia ques'anno.

(Trailer italiano - da cui si capisce poco del film a dire il vero)