martedì 11 marzo 2008

Ichi The Killer (e il "cinema estremo" di Takashi Miike)

Ichi the Killer (Takashi Miike, 2001)

Come mi piace l'espressione "cinema estremo"! Non mi ricordo dove l'ho sentita ma rende proprio l'idea. In effetti, è una dicitura che calza a pennello a Ichi the Killer, ma anche a film come Eraserhead di Lynch o Tetsuo di Tsukamoto. Film che spingono l'immagine oltre i confini del buon gusto fino a creare, nello spettatore, un senso di disagio, quando non proprio disgusto, che non può lasciare indifferenti...se non è arte questa!

Andiamo con ordine. Ichi the Killer, tratto dal manga omonimo, segue le vicende di Kakihara, uno spietato yakuza con la passione per il sadomasochismo. Il padrino di Kakihara è misteriosamente scomparso insieme ad un ingente somma di denaro e lo yakuza, convinto che il boss sia stato rapito, si mette a cercarlo. Le sue richerche lo porteranno a confrontarsi con Ichi, un giovane sessualmente frustrato che, manipolato da un misterioso personaggio detto "il Burattinaio", uccide i "prepotenti" sfogando il suo illimitato sadismo e facendoli letteralmente a pezzi.

Questo film è, nel bene e nel male, disgustoso. Mutilazioni, torture e pervesioni sono trattati in maniera decisamente esplicita. L'humor nero smorza i toni solo in parzialmente e nella maggior parte delle scene truculente rimane un forte senso di disagio. Se superate il disgusto, tutto sommato è un film ben realizzato, ironico e particolare. Però ci vuole uno stomaco decisamente forte già dai titoli di testa (che emergono, grondanti, da una pozza di liquido organico "maschile").

Detto questo, spendo due parole per il regista Takashi Miike. Miike non è particolarmente noto in occidente ma, data la stranezza dei suoi film, la sua popolarità sta crescendo in maniera esponenziale. Si tratta di un regista molto prolifico (almeno due lungometraggi all'anno) ed estremamente poliedrico. La yakuza,ovvero la mafia giapponese, è uno dei temi principali dei suoi film che spesso sono surrealisticamente ultraviolenti.

Oltre al genere yakuza/ultraviolento Miike si è cimentato, con successo, in episodi TV di varie serie nipponiche (tra cui Ultraman), film decisamente surreali (Visitor Q o Il Teatro dell'Orrore Yakuza:Gozu), alcune riduzioni cinematografiche di manga e addirittura film comici come il fantastico Zebraman (di cui trovate spezzoni su Youtube e di cui magari scriverò in futuro - se vi capita guardatelo:è molto divertente!). Tra le altre cose, gli è stata affidata la versione live-action di Yattaman in uscita nel 2009. Non riesco a pensare ad un regista più indicato.

Insomma, un regista fuori dagli schemi che però ha talento e che , se siete alla ricerca di qualcosa di diverso, potrebbe fare al caso vostro. Sempre che il vostro stomaco regga.

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