martedì 5 febbraio 2008

Seppuku (Harakiri)

Seppuku (Masaki Kobayashi, 1962)

Ok, questo è un film da cineforum fantozziano. Non so a quanti di voi potrebbe piacere, ma non posso fare a meno di parlarvene.Seppuku ha molti difetti per lo spettatore medio. Per esempio è lento. Per esempio non è doppiato in italiano (ne' in inglese se è per quello). Per esempio è talmente intriso di cultura giapponese che può risultare un po' ostico.
Siamo nel Giappone del 1600. Un giovane samurai, ridotto in miseria, chiede di fare harakiri presso il palazzo di un alto dignitario - richiesta che talvolta veniva respinta con una piccola elemosina . Il giovane viene però costretto dal nobile locale ad un suicidio rituale di inusitata truculenza, sia come punizione per il suo stato di miseria, sia per "dare l'esempio" ai samurai del palazzo.
Qualche mese più tardi, un altro samurai in miseria, più vecchio, si presenta al palazzo con la medesima richiesta. Ma è chiaro da subito che c'è qualcosa che non quadra in questo anziano e cencioso guerriero.
Con tutti i difetti di cui vi dicevo, penso che Seppuku sia un film magnifico. Ogni singola inquadratura è un esempio di perfezione geometrica e di composizione dell'immagine. Non c'è una sequenza fuori posto. Non c'è immagine che non rifletta un'estetica posata e pulita, tipicamente giapponese e allo stesso tempo estremamente moderna e teatrale. Un po' come in molti film di Kubrick, la pulizia dell'immagine e la perfezione stilistica creano un senso di "tragedia imminente" che è difficile descrivere.
E' anche una pellicola di violenta denuncia contro l'inumanità del codice d'onore dei samurai,e, per traslato, dell'intero sistema di valori "tradizionale" della socità giapponese e, in un senso ancora più in generale, della vacuità dei simboli, dell'apparenza e delle tradizioni quando queste siano slegate dai bisogni concreti della persona e dai suoi sentimenti.

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